Uno studio pubblicato su BMJ Open rivela come la costante attività fisica riduca i sintomi dell'insonnia e normalizzi la durata del sonno negli adulti.
Guidati da Erla Bjornsdottir dell'Università di Reykjavik, in Islanda, i ricercatori hanno esaminato la relazione tra l'attività fisica nel corso di un decennio e i sintomi attuali dell'insonnia, la durata del sonno e la sonnolenza diurna in individui di età compresa tra 39 e 67 anni.
La ricerca ha incluso 4.339 partecipanti e ha valutato l'attività fisica all'inizio dello studio e dopo un follow-up di 10 anni. Gli individui che si esercitavano con una frequenza di almeno due volte a settimana per un'ora o più erano classificati come attivi. I risultati sono stati analizzati considerando anche i cambiamenti nello status di attività nel tempo.
Il team ha scoperto che coloro che mantenevano un livello costante di attività fisica erano meno inclini a riscontrare difficoltà nell'iniziare il sonno e meno propensi a avere durate estreme del sonno, sia brevi che lunghe, rispetto a coloro che erano poco attivi.
Questa associazione permane anche dopo aver corretto i risultati per età, sesso, indice di massa corporea, storia di fumo e centro di studio.
Curiosamente, la sonnolenza diurna non sembra essere influenzata dallo status di attività fisica. Nonostante l'affidabilità e l'ampio campione dello studio, gli autori hanno riconosciuto alcune limitazioni, tra cui la mancanza di dati oggettivi sull'attività fisica e la misurazione della sonnolenza diurna e della durata del sonno basata su questionari.
Sarebbe infatti importante valutare alcuni aspetti dell'attività fisica, quali la durata, il tipo, quando viene praticata nell'arco della giornata.
Quello dell'attività fisica è un aspetto che curiamo con attenzione e precisione nell'ambito della prevenzione e della cura globale del paziente con la medicina funzionale integrata.
L'attività fisica ideale allo scopo di stimolare la circardianità e quindi anche il miglioramento della qualità del riposo notturno è l'HIIT, cioè l'alta intensità con intervalli di recupero, da 10' a 30' e da eseguire nell'acrofase, cioè al mattino entro le 9.
Questo tipo di esercizio è inoltre molto efficace per allenare la variabilità della frequenza cardiaca (un indicatore di salute), per contrastare la sarcopenia e per migliorare l'efficienza del sistema immunitario.
Commento a cura del Dott. Gaetano Ricignolo
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